En France comme en Italie, l'université a une valeur symbolique plus ou moins importante. Elle représente aussi à des degrés différents un lieu de vie et de rencontres, plus qu'un lieu d'étude. Afin de mieux comprendre ces différences, je vais découper mon analyse en trois aspects distincts : "La valeur symbolique de l'université", "l'université comme lieu de vie", "la mobilité internationale".
Cette analyse est majoritairement le fruit d'observations que j'ai pu faire par moi-même au cours de mes études, elle n'est pas le résultat d'un travail de recherche professionnel.
In Francia, come in Italia, l'università ha un valore simbolico più o meno importante. Rappresenta, a livelli diversi, un luogo di vita e d'incontri più che un luogo di studio. Affinché si possano capire meglio queste differenze, ho scelto di organizzare la mia analisi secondo tre aspetti distinti: "il valore simbolico dell'università", "l'università in quanto luogo di vita", "la mobilità internazionale".
Quest'analisi è in gran parte il frutto delle mie osservazioni nel corso dei miei studi e non il risultato di un lavoro di ricerca professionale.
Cette analyse est majoritairement le fruit d'observations que j'ai pu faire par moi-même au cours de mes études, elle n'est pas le résultat d'un travail de recherche professionnel.
In Francia, come in Italia, l'università ha un valore simbolico più o meno importante. Rappresenta, a livelli diversi, un luogo di vita e d'incontri più che un luogo di studio. Affinché si possano capire meglio queste differenze, ho scelto di organizzare la mia analisi secondo tre aspetti distinti: "il valore simbolico dell'università", "l'università in quanto luogo di vita", "la mobilità internazionale".
Quest'analisi è in gran parte il frutto delle mie osservazioni nel corso dei miei studi e non il risultato di un lavoro di ricerca professionale.
IN FRANCIA
In Francia, il posto che occupa l'università è un po' particolare. Non è come in tanti altri paesi "la via reale" scelta dagli studenti dopo il conseguimento della maturità.
Come l'avete letto nella prima rubrica, ci sono vari opzioni in Francia nello studio superiore, tra le quali "Les Grandes Ecoles", che simbolizzano l'eccellenza. Spesso il percorso ideale è: si ottiene la maturità, si entra in una "classe préparatoire aux Grandes Ecoles" e dopo due anni di studio intenso e una selezione difficile si riesce ad entrare in una "Grande Ecole". Questo è vero tranne per le vocazioni precise come medicina, per le quali, ad esempio, l'unica via è l'università. Esiste anche la possibilità di optare per una via più professionalizzante e meno lunga come i "BTS/DUT", che viene spesso scelta dagli studenti. Altrimenti, vi è anche la possibilità di frequentare una scuola privata, sebbene il costo di queste formazioni, che siano pubbliche o private, possa raggiungere delle cifre enormi. In questo contesto, l'università, promossa dallo Stato francese come "vettore di promozione sociale" offre un'offerta formativa ad un prezzo molto più basso rispetto alle altre possibilità, e soprattutto senza quasi mai una selezione vera.
Questo, secondo me, è un aspetto decisivo da considerare per capire cosa rappresenta l'università in Francia. Il dibattito è permanente tra la visione sociale, per la quale, appunto, l'università deve essere accessibile a tutti, e quella più meritocratica, secondo la quale si opera cosi un livellamento verso il basso, che sostiene sia necessario trovare un equilibrio tra l'iperselezione delle "Grandes Ecoles" e l'assenza totale di selezione dell'università.
Paradossalmente, anche se si osserva in Francia questo fenomeno del livellamento verso il basso, nel sistema di votazione francese risulta quasi impossibile ottenere un 20 su 20, l'equivalente del 30 e lode italiano, che si ottiene più agevolmente.
La constatazione è innegabile: l'università francese ha perso parte della sua grandezza e del suo valore agli occhi della popolazione. Non è più la prima scelta degli studenti ma spesso solo una scelta in mancanza di altre alternative o in attesa di conoscersi meglio e riorientarsi. Questo fa si che gli studenti non siano cosi tanto coinvolti, come si osserva dal tasso di "abbandono" tra il primo e il secondo anno all'università. Nel 2016, 40,1% degli studenti iscritti hanno passato il primo anno della triennale, meno della metà.
Per concludere, l'organizzazione del sistema di studio superiore francese spiega in gran parte il valore simbolico che detiene l'università oggi agli occhi di noi studenti, che diamo per scontato il fatto di poter studiare quasi gratuitamente, senza essere coscienti della nostra fortuna.
L'università: un luogo di vita
Qualche esempio:
- L'UNEF (L'Union Nationale des Etudiants de France): ha più di 100 anni e rappresenta il sindacato studentesco storicamente più importante in Francia.
- La FAGE (Fédération des associations générales étudiantes): non è, stricto sensu, un sindacato, ma interviene in nome delle associazioni studentesche. E' una rete che conta circa 2000 associazioni.
La mobilità internazionale
La vita studentesca è anche segnata dal contatto con altre nazionalità, che sia grazie agli studenti internazionali che vengono a studiare nel proprio paese o grazie a dei programmi di mobilità internazionale come Erasmus+. In ogni caso si dà l'opportunità agli studenti di imparare dagli altri e di arricchire la sua vita da studente. Allora, dove si colloca la Francia?
Con questi risultati, la Francia si colloca al terzo posto della classifica dei paesi più attrattivi per gli studenti internazionali, subito dopo gli Stati Uniti e il Regno Unito.
- Il valore simbolico dell'università
In Francia, il posto che occupa l'università è un po' particolare. Non è come in tanti altri paesi "la via reale" scelta dagli studenti dopo il conseguimento della maturità.
Come l'avete letto nella prima rubrica, ci sono vari opzioni in Francia nello studio superiore, tra le quali "Les Grandes Ecoles", che simbolizzano l'eccellenza. Spesso il percorso ideale è: si ottiene la maturità, si entra in una "classe préparatoire aux Grandes Ecoles" e dopo due anni di studio intenso e una selezione difficile si riesce ad entrare in una "Grande Ecole". Questo è vero tranne per le vocazioni precise come medicina, per le quali, ad esempio, l'unica via è l'università. Esiste anche la possibilità di optare per una via più professionalizzante e meno lunga come i "BTS/DUT", che viene spesso scelta dagli studenti. Altrimenti, vi è anche la possibilità di frequentare una scuola privata, sebbene il costo di queste formazioni, che siano pubbliche o private, possa raggiungere delle cifre enormi. In questo contesto, l'università, promossa dallo Stato francese come "vettore di promozione sociale" offre un'offerta formativa ad un prezzo molto più basso rispetto alle altre possibilità, e soprattutto senza quasi mai una selezione vera.
Questo, secondo me, è un aspetto decisivo da considerare per capire cosa rappresenta l'università in Francia. Il dibattito è permanente tra la visione sociale, per la quale, appunto, l'università deve essere accessibile a tutti, e quella più meritocratica, secondo la quale si opera cosi un livellamento verso il basso, che sostiene sia necessario trovare un equilibrio tra l'iperselezione delle "Grandes Ecoles" e l'assenza totale di selezione dell'università.
Paradossalmente, anche se si osserva in Francia questo fenomeno del livellamento verso il basso, nel sistema di votazione francese risulta quasi impossibile ottenere un 20 su 20, l'equivalente del 30 e lode italiano, che si ottiene più agevolmente.
La constatazione è innegabile: l'università francese ha perso parte della sua grandezza e del suo valore agli occhi della popolazione. Non è più la prima scelta degli studenti ma spesso solo una scelta in mancanza di altre alternative o in attesa di conoscersi meglio e riorientarsi. Questo fa si che gli studenti non siano cosi tanto coinvolti, come si osserva dal tasso di "abbandono" tra il primo e il secondo anno all'università. Nel 2016, 40,1% degli studenti iscritti hanno passato il primo anno della triennale, meno della metà.
Per concludere, l'organizzazione del sistema di studio superiore francese spiega in gran parte il valore simbolico che detiene l'università oggi agli occhi di noi studenti, che diamo per scontato il fatto di poter studiare quasi gratuitamente, senza essere coscienti della nostra fortuna.
L'università: un luogo di vita
- I "campus"
- Le associazioni studentesche
- I sindacati studenteschi
Qualche esempio:
- L'UNEF (L'Union Nationale des Etudiants de France): ha più di 100 anni e rappresenta il sindacato studentesco storicamente più importante in Francia.
- La FAGE (Fédération des associations générales étudiantes): non è, stricto sensu, un sindacato, ma interviene in nome delle associazioni studentesche. E' una rete che conta circa 2000 associazioni.
La mobilità internazionale
La vita studentesca è anche segnata dal contatto con altre nazionalità, che sia grazie agli studenti internazionali che vengono a studiare nel proprio paese o grazie a dei programmi di mobilità internazionale come Erasmus+. In ogni caso si dà l'opportunità agli studenti di imparare dagli altri e di arricchire la sua vita da studente. Allora, dove si colloca la Francia?
- Mobilità in "uscita"
- Mobilità in "entrata"
Con questi risultati, la Francia si colloca al terzo posto della classifica dei paesi più attrattivi per gli studenti internazionali, subito dopo gli Stati Uniti e il Regno Unito.
EN ITALIE
La valeur symbolique de l'université
Ce que j'ai pu observer lors de mon expérience en Italie, et en côtoyant de nombreux étudiants italiens est la différence de valeur que revêt l'université à leurs yeux. Plusieurs aspects sont à considérer pour comprendre l'investissement des étudiants italiens dans leurs études.
Premièrement, le lycée en Italie, à l'inverse de la France, dure cinq ans. Période durant laquelle les élèves se spécialisent directement dans un domaine ou un autre (sciences, lettres...). Cet aspect a son importance, car au moment du choix des études supérieures les étudiants sont plus matures, et sont davantage spécialisés, ce qui leur permet certainement d'être plus sûrs de leurs choix et de se sentir plus concernés par ces derniers, échappant ainsi à de futures réorientations.
Deuxième aspect à considérer, et dont j'ai plus longuement parlé dans l'onglet "Les études supérieures": la variété de l'offre formative. Comparé à la France, cette dernière est restreinte en Italie. Il n'y a pas réellement un équivalent aux "Grandes Ecoles", qui viendrait évincer l'université. Qu'elle soit publique ou privée, elle est souvent le premier choix des étudiants italiens et reste la "voie royale" après l'obtention de la maturité. Ainsi, les étudiants, ne faisant pas ce choix "par défaut", ou en attente de mieux, se sentent certainement plus investis dans leurs études à l'université. En effet, selon les données de l'Istat (l'équivalent de notre INSEE), en 2014, 15% des jeunes âgés de 18 à 24 ans ont abandonné de manière prématurée leurs études.
Troisièmement, (et il s'agit là d'un aspect non-négligeable): le coût. Nous en parlerons plus en détails dans le deuxième sous-onglet de cette même rubrique. Toutefois, il est important de le souligner ici également. Le coût des études en Italie est sensiblement plus élevé qu'en France, ce qui implique que l'université revêt aussi une valeur financière plus importante, aux yeux des étudiants. Inévitablement, cela sous-entend un investissement plus important de leur part. Potentiellement, son financement peut nécessiter des sacrifices de la part de la famille des étudiants, ou de lui-même, s'il doit cumuler études et emploi étudiant. Par conséquent, ce dernier raisonne de façon différente quand il prend conscience de ce qu'implique financièrement son cursus universitaire.
La valeur symbolique de l'université
Ce que j'ai pu observer lors de mon expérience en Italie, et en côtoyant de nombreux étudiants italiens est la différence de valeur que revêt l'université à leurs yeux. Plusieurs aspects sont à considérer pour comprendre l'investissement des étudiants italiens dans leurs études.
Premièrement, le lycée en Italie, à l'inverse de la France, dure cinq ans. Période durant laquelle les élèves se spécialisent directement dans un domaine ou un autre (sciences, lettres...). Cet aspect a son importance, car au moment du choix des études supérieures les étudiants sont plus matures, et sont davantage spécialisés, ce qui leur permet certainement d'être plus sûrs de leurs choix et de se sentir plus concernés par ces derniers, échappant ainsi à de futures réorientations.
Deuxième aspect à considérer, et dont j'ai plus longuement parlé dans l'onglet "Les études supérieures": la variété de l'offre formative. Comparé à la France, cette dernière est restreinte en Italie. Il n'y a pas réellement un équivalent aux "Grandes Ecoles", qui viendrait évincer l'université. Qu'elle soit publique ou privée, elle est souvent le premier choix des étudiants italiens et reste la "voie royale" après l'obtention de la maturité. Ainsi, les étudiants, ne faisant pas ce choix "par défaut", ou en attente de mieux, se sentent certainement plus investis dans leurs études à l'université. En effet, selon les données de l'Istat (l'équivalent de notre INSEE), en 2014, 15% des jeunes âgés de 18 à 24 ans ont abandonné de manière prématurée leurs études.
Troisièmement, (et il s'agit là d'un aspect non-négligeable): le coût. Nous en parlerons plus en détails dans le deuxième sous-onglet de cette même rubrique. Toutefois, il est important de le souligner ici également. Le coût des études en Italie est sensiblement plus élevé qu'en France, ce qui implique que l'université revêt aussi une valeur financière plus importante, aux yeux des étudiants. Inévitablement, cela sous-entend un investissement plus important de leur part. Potentiellement, son financement peut nécessiter des sacrifices de la part de la famille des étudiants, ou de lui-même, s'il doit cumuler études et emploi étudiant. Par conséquent, ce dernier raisonne de façon différente quand il prend conscience de ce qu'implique financièrement son cursus universitaire.
Dernier aspect, et pas des moindres selon moi, est ce qu'incarne symboliquement l'université en Italie. Elle est indéniablement plus théorique et traditionnelle qu'elle ne l'est en France. C'est principalement un lieu d'apprentissage, où la quantité de travail est souvent massive. C'est un rite de passage ponctué de moments forts. Un bon exemple qui illustre cela, est qui ne trouve que très rarement son équivalent en France,ou de façon beaucoup moins symbolique, est la cérémonie de la laurea, avec la présentation de la tesi. Laurea vient du latin "lauro" qui signifie "alloro" c'est à dire le laurier en français. La couronne de laurier est un symbole de réussite, de pouvoir et de savoir, à l'instar de Jules César qui la portait, par exemple. En Italie, à l'issue de la "triennale" (Licence), ou de la "magistrale" (Master) les étudiants doivent présenter la "tesi", c'est à dire un argument qu'ils ont choisi au préalable avec l'aval d'un professeur en particulier, et sur lequel ils ont travaillé tout au long de l'année. Lors de la présentation de la tesi, l'étudiant se présente accompagné de ses proches, vêtu de manière élégante, et discute avec un jury du fruit de son travail. Suite à une délibération, celui-ci sera déclaré "Dottore in ...." avec une note plus ou moins élevée et éventuellement une possible publication de son travail. Suivent alors de nombreuses festivités durant lesquelles l'étudiant sera pourvu de sa couronne de laurier, symbole de son savoir.
Ainsi, selon moi, tous ces aspects ci-dessus énoncés et en particulier la cérémonie de la laurea, illustrent de manière très criante l'écart de signification que revêt l'université en France et en Italie.
L'université : un lieu de vie
Les associations étudiantes sont également une grande partie de la vie étudiante. Disséminées un petit peu partout en Italie, elles permettent aux étudiants de se réunir autour d'un projet fédérateur qu'il soit sportif, humanitaire, politique, culturel, social...
Elles puisent leurs ressources dans les universités elles - mêmes, qui supportent les activités associatives en mettant à leur disposition des locaux, des fonds et des moyens de communication (au regard de la loi n.341 de 1990 et du décret législatif du 29 mars 2012 n.68).
Il existe en Italie, comme en France, des syndicats étudiants qui défendent les intérêts de ces derniers. Pour ne citer qu'un seul exemple, l'Unione degli studenti a été fondé en 1994 et fait partie de l'OBESSU, réseau qui réunit les principaux syndicats étudiants, au niveau européen. Il compte aujourd'hui près de 30.000 inscrits, et se veut antifasciste, laïc, et pacifiste. C'est l'une des plus importantes associations d'étudiants en Italie.
La mobilité internationale
La vie étudiante est également marquée par le contact avec d’autres nationalités, que ce soit grâce aux étudiants internationaux qui viennent étudier dans notre propre pays, ou grâce aux programmes de mobilité internationale, tels que Erasmus +. Dans tous les cas, les étudiants ont la possibilité d'apprendre des autres et d'enrichir leur vie étudiante. Alors, où en est l'Italie ?
D'après l'UNESCO, en 2016, 65 307 étudiants de nationalité italienne étaient inscrits à l'étranger. Les deux premiers pays de destination étant le Royaume-Uni et la France.
D'après l'UNESCO, de nouveau en 2016, 92 655 étudiants internationaux étaient inscrits en Italie (majoritairement de la Roumanie et de l'Albanie d'après l'UNESCO).
Ainsi, selon moi, tous ces aspects ci-dessus énoncés et en particulier la cérémonie de la laurea, illustrent de manière très criante l'écart de signification que revêt l'université en France et en Italie.
L'université : un lieu de vie
- Les "campus"
- Les associations étudiantes
Les associations étudiantes sont également une grande partie de la vie étudiante. Disséminées un petit peu partout en Italie, elles permettent aux étudiants de se réunir autour d'un projet fédérateur qu'il soit sportif, humanitaire, politique, culturel, social...
Elles puisent leurs ressources dans les universités elles - mêmes, qui supportent les activités associatives en mettant à leur disposition des locaux, des fonds et des moyens de communication (au regard de la loi n.341 de 1990 et du décret législatif du 29 mars 2012 n.68).
- Les syndicats étudiants
Il existe en Italie, comme en France, des syndicats étudiants qui défendent les intérêts de ces derniers. Pour ne citer qu'un seul exemple, l'Unione degli studenti a été fondé en 1994 et fait partie de l'OBESSU, réseau qui réunit les principaux syndicats étudiants, au niveau européen. Il compte aujourd'hui près de 30.000 inscrits, et se veut antifasciste, laïc, et pacifiste. C'est l'une des plus importantes associations d'étudiants en Italie.
La mobilité internationale
La vie étudiante est également marquée par le contact avec d’autres nationalités, que ce soit grâce aux étudiants internationaux qui viennent étudier dans notre propre pays, ou grâce aux programmes de mobilité internationale, tels que Erasmus +. Dans tous les cas, les étudiants ont la possibilité d'apprendre des autres et d'enrichir leur vie étudiante. Alors, où en est l'Italie ?
- La mobilité externe
D'après l'UNESCO, en 2016, 65 307 étudiants de nationalité italienne étaient inscrits à l'étranger. Les deux premiers pays de destination étant le Royaume-Uni et la France.
- La mobilité interne
D'après l'UNESCO, de nouveau en 2016, 92 655 étudiants internationaux étaient inscrits en Italie (majoritairement de la Roumanie et de l'Albanie d'après l'UNESCO).
Avec ses résultats, l'Italie se positionne à la neuvième place du classement des pays les plus attractifs aux yeux des étudiants étrangers.